Saggezza e Opinione: l’abito non fa il virus.

La verità è uno specchio caduto dalle mani di Dio e andato in frantumi. Ognuno ne raccoglie un frammento e sostiene che lì è racchiusa tutta la verità.

Gialal ad-Din Rumi – 1207 d.C.

La pluralità di vedute è sempre stata ritenuta un vantaggio in molte situazioni, private o professionali che siano, quando gestita con intelligenza (qualità richiesta alla specie umana).

Calarsi invece negli infiniti “ismi” può creare non poche difficoltà alle varie parti in gioco, rendendoci suscettibili e vulnerabili alle azioni di faker, manipolatori o semplici burloni.

“Dividi et impera” diceva qualcun altro, poiché da sempre il trasformare una massa di individui in tanti segmenti di “credo” che si ostacolano e odiano a vicenda rende le cose più semplici a chi persegue “altri” scopi; costoro non potranno invece manipolare una comunità equilibrata e attenta alle varie prospettive/sfumature di cui la Verità necessariamente è composta.

La pluralità benefica si trasforma dunque  in problema quando diventa “ismo” (cieca ragione di vita). Ismarsi per una squadra non vuol dire amare il calcio, ismare per un partito non vuol dire fare politica efficace, ismare contro l’uomo non fa la donna, ismare contro la donna non fa l’uomo, ismare contro altre religioni non rende santi, ismare contro altre razze non rende superiori e così via.

Spesso distratti dai nostri “schieramenti” impegniamo i nostri 3 cervelli su direzioni sbagliate: rettile (lotta o fuga), limbico (emozioni a go-go) e neocorteccia (statistiche e diagrammi). Rischiamo senza saperlo di lottare o fuggire dalle cose sbagliate, di gioire o piangere su fatti non totalmente reali e di analizzare e divulgare dati scientifici unilaterali e magari creati ad hoc; a questo proposito è divertente la correlazione tra la diminuzione dei pirati (dal XIX secolo ad oggi) e l’aumento della temperatura globale nello stesso periodo: sta per nascere il pirat-ismo scaldament-ista? Dovremmo aumentare i pirati per risolvere il riscaldamento globale?

Quindi che facciamo se i nostri “3 cervelli” sono così sensibili ai condizionamenti? Usiamo la ghiandola pineale, che pare governarli silenziosamente tutti e 3. Non a caso per molte antiche tradizioni (e anche recenti e numerosi studi scientifici) la ghiandola pineale custodisce e muove ciò che davvero ci distingue dagli animali; lascio a tutti il diritto di cercare cosa è, per non essere tacciato di pinealismo.

Le diverse opinioni e teorie andrebbero osservate e rispettate, magari anche serenamente seguite, ma senza farne dei dogmi nè dei nemici, perché non lo sono se non li rendiamo tali. Direi invece di utilizzare le diversità per ampliare le nostre sinapsi in un cosmico “e se fosse?”, per poi tornare (ampliati) nel nostro centro di equilibrio.

E’ l’esempio del corona virus, come simboleggiato nella efficace vignetta di Mirko Pugliese: potremmo dedicare la vita a cercare di dargli identità di cinese, pipistrello, antenna e quant’altro.

Intanto il virus fa la sua strada, e così fa la Verità.

Gino Tafuto