Olio Extravergine di Oliva (EVO) di Puglia: con due cucchiai al giorno togli un sacco di rogne di torno, incluso il COVID se a bassa carica.

Tra i numerosi studi internazionali, rilevanti quelli dell’Università di Bari, dell’Università di Napoli e della FDA Americana che lo dichiara “farmaco” dal dicembre 2018.

Che l’olio extravergine di oliva è un toccasana per la salute e per la bellezza della pelle, in Puglia lo sappiamo da migliaia di anni; le prime scoperte di coltivazione di olive in terra pugliese risalgono al periodo del Neolitico (5000 a.C.). Alcuni antichi reperti testimoniano inoltre un’intensa attività di produzione e vendita di olive ed olio già dai tempi dei Romani e dei Greci.

L’olio ricavato dagli ulivi pugliesi veniva utilizzato dai Romani anche come unguento da spalmare per la bellezza del corpo. Secondo la mitologia greca, la Dea Atena piantò in terra di Puglia il primo albero di ulivo. I Greci lo ritenevano una pianta sacra, simbolo di coraggio, forza e pace: chi recava danni o la sradicava veniva addirittura mandato in esilio.

Dopo millenni l’olio extravergine di oliva la fa ancora da protagonista: aggiornatissimo ai tempi si è infatti rivelato utile anche contro il covid-19, per via di alcune molecole in esso contenute e presenti anche nell’organismo umano.

I ricercatori dell’Università Federico II di Napoli e dell’Università di Perugia hanno identificato molecole endogene in grado di impedire l’ingresso del virus Sars Cov 2 nelle cellule umane, quando è in fase di bassa carica virale.

Lo studio è stato condotto attraverso un primo screening in silico (computazionale) di librerie di sostanze naturali e di farmaci approvati per uso clinico dalla Food and Drug Administation (FDA, USA)

«È una sostanza già presente nell’organismo – spiega Angela Zampella, direttore del Dipartimento di Farmacia dell’Università di Napoli Federico II – che blocca l’entrata del virus nelle cellule» È del tutto naturale ed è presente anche in alimenti come la liquirizia e l’olio d’oliva.

Il migliore degli olii di oliva è senza dubbio appunto l’EVO, (extravergine di oliva), che si ricava da olive sane e viene lavorato esclusivamente con metodi meccanici. Il più salutare è quello lavorato con premitura a freddo, cioè ad una temperatura inferiore a 27 °, procedimento che ne conserva tutte le proprietà organolettiche. L’olio EVO ottenuto da olive raccolte senza aver mai toccato il terreno e che non subiscono alcun trattamento (a parte il lavaggio e la rimozione delle foglie). L’olio d’oliva, invece, è una miscela di olio d’oliva vergine e altri olii raffinati (cioè trattati con sostanze chimiche).

L’olio EVO è ricco di acidi monoinsaturi: risulta quindi molto utile per elevare i valori del colesterolo HDL (il cosiddetto “colesterolo buono”) che attiva la funzione pulitrice delle arterie, mentre i fitosteroli in esso presenti contribuiscono ad abbassare il colesterolo LDL (ovvero il “colesterolo cattivo”). L’assunzione quotidiana di olio extravergine d’oliva è utile a ridurre il rischio di cancro al seno grazie alle sue grandi proprietà antinfiammatorie e nutrigenomiche. Efficace anche nella prevenzione dei tumori all’intestino, come dimostrato dall’Università degli Studi di Bari che, con la collaborazione di Airc-Associazione italiana per la ricerca sul cancro, ha rilevato che in assenza di acido oleico (di cui è ricco l’extravergine) nella dieta e in condizioni di ridotta produzione endogena ad opera di codesto enzima, si produce in un primo momento un’infiammazione che può poi portare allo sviluppo di neoplasie spontanee dell’intestino.

Diversi studi su soggetti anziani hanno inoltre dimostrato come il consumo regolare di olio extra vergine di oliva (EVO) sia in grado di ridurre del 41% il rischio di ictus. Aiuta, inoltre, a tenere a buoni livelli la pressione arteriosa e a ridurre del 30% il rischio di infarto oltre a dare grande giovamento ai soggetti affetti da artrite reumatoide e osteoporosi.

Nel 2018 la severa ed autorevole Agenzia della salute alimentare americana, la Food and Drugs Administration (FDA), lo ha promosso a “farmaco” a tutti gli effetti, rispetto a prima che era classificato come semplice “alimento salutare”. Gli approfonditi studi internazionali a cui si riferisce la FDA, aggiunti a quelli da essa svolti, hanno analizzato e descritto le proprietà e quantità necessarie dell’acido oleico, una delle principali sostanze benefiche dell’olio extravergine, specificando le caratteristiche e l’uso affinchè l’olio EVO sia efficace:

L’ FDA stabilisce che è sufficiente ingerire ogni giorno, ed entro massimo 12/18 mesi dall’estrazione (secondo la legge italiana (Legge n.9/2013, art.7), dalla data d’imbottigliamento del prodotto), 2 cucchiai (23 grammi) di olio extravergine d’oliva (avente notoriamente un contenuto di acido oleico tra il 70 e l’80%), crudo e lavorato a freddo, per garantire al nostro organismo l’assunzione di almeno 17.5 grammi di acido oleico, un importante acido grasso monoinsaturo della famiglia degli omega 9, 4.5 milligrammi di vitamina E, un noto antiossidante liposolubile, 10 milligrammi di efficaci polifenoli (tra tutti l’oleocantale, il tirosolo, l’idrossitirosolo e l’oleaceina), potenti modulatori dell’espressione di geni protettivi in modo epigenetico.

Riflessione: i pugliesi vivono immersi tra frantoi di premitura a freddo che producono tra i migliori oli EVO al mondo, eppure vediamo ancora alcuni tra essi uscire dai supermercati con nella borsa bottiglie di “olio d’oliva” di dubbia provenienza.

Gino Tafuto

Foto di Gino Tafuto